Mindfulness e consapevolezza: a cosa servono

Perchè si parla di mindfulness?

La mindfulness riguarda la nostra capacità di porre attenzione a ciò che accade nel qui ed ora, fuori e dentro di noi. Questa capacità è necessaria per guadagnare capacità di scelta su come agire nelle situazioni che maggiormente ci mettono in difficoltà.

Ma anche per apprezzare al massimo delle cose belle che ci capitano durante la giornata.

Lo scopo principale della pratica della consapevolezza è di portare la persona ad accorgersi di quello che va accadendo nel qui ed ora della sua esperienza, osservandola con curiosità e apertura, senza tentare di cambiarla.

 

Perchè è così importante accorgersi di ciò che accade al nostro interno?

Perchè è il primo passo per il cambiamento. Infatti spesso attribuiamo la causa del nostro agire a condizioni esterne o ad altre persone, evitando di assumerci la responsabilità del nostro comportamento; ma così facendo non ci accorgiamo che stiamo rinunciando alla nostra libertà di azione.

La realtà e che siamo sempre noi a decidere come comportarci, anche se alcune condizioni esterne o interne a noi possono renderci le cose molto complicate. Ed è proprio nelle situazioni dove saremmo portati ad agire istintivamente, che la nostra capacità di esercitare la consapevolezza può venirci in aiuto.

La persona riesce a muoversi nelle situazioni che prima la bloccavano, a scegliere come comportarsi, e riesce ad apprezzare momenti che prima le sfuggivano.

Per allenare la nostra consapevolezza (oggi chiamata anche mindfulness) esistono diverse pratiche, ciascuna che si è originata all'interno di una specifica cultura, ch sono state studiate ed assorbite dalla moderna psicologia e praticate e insegnate nell'ambito della terapia cognitivo comportamentale.

 

Mindfulness non è rilassamento

Bisogna ricordare che le tecniche di mindfulness non sono servono a rilassarsi, nè sono un modo per sfuggire ad emozioni spiacevoli.

Per quanto possa accadere che grazie agli esercizi di mindfulness la persona raggiunga buoni stati di rilassamento o sensazioni di benessere, questi vanno considerati effetti secondari, che possono anche non presentarsi e che non costituiscono l’obiettivo primario.

In realtà la pratica della mindfulness, avendo lo scopo di aumentare la capacità di accorgersi di tutte le emozioni e i pensieri che il soggetto sperimenta, può anche avere l'effetto inziale di causare un certo grado di disagio, poichè durante la meditazione la persona affronta ciò che prima aveva sempre evitato.

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