Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC)

Che cos'è il distrubo ossessivo compulsivo?

La persona colpita dal Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC) vede la propria qualità di vita fortemente compromessa dalla presenza di ossessioni e compulsioni. Normalmente la persona viene colta da pensieri (le ossessioni) che trova intrusivi, sgradevoli e disturbanti; questi pensieri provocano nella persona un forte innalzamento dell’ansia, e possono riguardare il timore di essere sporchi o contaminati, di essersi dimenticati di fare qualcosa di importante come chiudere la porta di casa o il rubinetto del gas, oppure di avere inavvertitamente compiuto atti gravi (aver investito qualcuno durante la guida, aver messo sostanze velenose nel cibo preparato); in altri casi il pensiero ossessivo può avere anche la forma di una “superstizione” come per esempio pensare che accadrà qualcosa di brutto ai propri cari se, entrando in una stanza, non si contano prima tutte e mattonelle del pavimento. 

A differenza di altri disturbi d’ansia, i pensieri e le preoccupazioni di una persona con un Disturbo Ossessivo Compulsivo non sono solo normali preoccupazioni portate all’eccesso riguardanti i problemi di tutti i giorni. Invece, il Disturbo Ossessivo Compulsivo è caratterizzato da preoccupazioni irrealistiche, irragionevoli o bizzarre. La preoccupazione e l’ansia suscitate da questi pensieri possono anche sfociare in un attacco di panico

 

Le compulsioni: l'azione al servizio del pensiero

Le compulsioni sono i comportamenti che la persona mette in atto per “scongiurare” il pericolo o il rischio che il pensiero ossessivo le ha fatto presagire, o per verificare che non sia successo ciò che il pensiero ossessivo le fa temere. L’effetto ultimo di questi comportamenti è quello di abbassare temporaneamente l’ansia generata dal pensiero ossessivo. 

Le azioni compulsive possono quindi avere le forme più varie: di controllare se la porta di casa è chiusa, contare, pregare, pulire, lavarsi, tornare sul proprio percorso per accertarsi che non sia successo nulla. Tuttavia, quello che identifica un comportamento come compulsivo è il fatto che la persona lo compie in maniera estremamente rigida e stereotipata, ripetendolo o protraendolo al punto da interferire fortemente con la qualità della propria vita. Quindi non si tratta di comportamento compulsivo se ogni tanto, uscendo di casa, torniamo indietro per controllare se effettivamente abbiamo chiuso la porta; si tratta di comportamento compulsivo quando invece le operazioni di “verifica” o di “pulizia” fatte per “scacciare” il pensiero ossessivo sono così lunghe e complesse da causare forte disagio e interferire con la normale attività quotidiana della persona (APA 2014).

 

American Psychiatric Association. (2014). Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, quinta edizione, DSM-5. Raffaello Cortina Editore.