F.A.Q.
1. Codice Deontologico e tutela del cittadino
La persona che decide di rivolgersi ad uno psicologo è tutelata dal codice deontologicodegli psicologi italiani.
Infatti il Codice Deontologico (CD) riporta le norme di comportamento a cui tutti gli psicologi italiani sono obbligati per legge ad attenersi nei diversi ambiti dell’esercizio della professione; il codice è pubblico, consultabile, e serve ai cittadini per avere garanzie rispetto a professionalità e competenza di ogni psicologo iscritto all’ordine.
Gli ordini professionali degli psicologi sono regionali, ed è possibile verificare l'effettiva iscrizione all'ordine del professionista da voi scelto andando sul sito della regione di appartenenza dello psicologo.
Oltre a garantire su questioni quali la competenza, il continuo aggiornamento, il segreto professionale, l’aderenza a principi scientifici, il Codice Deontologico norma anche i rapporti con l’utenza e la committenza, i rapporti fra colleghi e con la società.
2. Il segreto professionale
La segretezza di quanto lo psicologo apprende sul suo paziente è garantita dal Codice Deontologico.
Il segreto professionale non è solo un dovere di ogni psicologo, ma è uno degli elementi che più concorrono a costruire una relazione basata sulla fiducia ed un clima di sicurezza e tutela, nel quale la persona si senta libera di esprimersi e comportarsi in modo spontaneo e naturale.
Lo psicologo non può divulgare nulla di quanto emerge durante il colloquio senza il consenso esplicito del diretto interessato. Inoltre, è materia di segreto non solo quanto viene detto in seduta, ma anche il fatto stesso che una data persona sia o meno assistita dallo psicologo.
I dati raccolti dallo psicologo (per il cui trattamento il paziente deve dare il proprio consenso informato) devono essere tenuti sottochiave e/o, quando questi siano in formato elettronico, sotto doppia password.
3. Quante sedute?
In ambito psicoterapeutico, la durata di un trattamento dipende dagli scopi della persona che si rivolge al terapeuta e dagli scopi (obiettivi) che insieme vengono formulati. In ogni caso è preciso dovere dello psicologo psicoterapeuta fornire al suo paziente la chiara formulazione di obiettivi da raggiungere e quindi una stima della durata totale del trattamento.
Psicoterapia breve
Il percorso è pensato per coloro che necessitano di delucidazioni e suggerimenti pratici rispetto a situazioni problematiche urgenti ma non gravi. Il percorso si esaurisce di norma nell’arco di 2/3 sedute (in certi casi anche una sola), alla fine delle quali la persona richiedente avrà ricevuto informazioni rispetto alla natura e alla gravità del problema, e suggerimenti rispetto alle strategie più utili ad affrontarlo.
Psicoterapia di Gruppo e workshop
Per le attività di gruppo, nelle quali si affrontano tematiche specifiche e circoscritte (assertività, ansia, abilità sociali) viene prestabilito numero di incontri (o di ore) alla fine dei quali gli iscritti potranno aver raggiunto gli obiettivi prefissati.
Percorsi individuali mirati
Per il trattamento individuale di problemi specifici e circoscritti, il criterio per la conclusione dell’intervento sarà necessariamente la cessazione o la riduzione significativa del problema; tuttavia per formulare stime sulla possibile durata dell’intervento si fa riferimento alla letteratura esistente con riferimento al problema presentato.
Percorsi individuali complessi
In caso di percorsi individuali in cui vengono affrontate tematiche personali complesse, lo psicoterapeuta, dopo una preliminare fase di raccolta di informazioni, deve fornire al suo paziente una stima sulla durata totale del proprio intervento (e quindi anche sui costi che il paziente dovrà sostenere), sia basandosi sulla propria esperienza che sulla letteratura esistente al riguardo. La durata complessiva del trattamento è influenzata da numerosi fattori, ed il linea generale dipenderà dalla natura del problema presentato, dalla complessità e dall’ampiezza degli obiettivi da raggiungere.
Nelle prime fasi dell’intervento psicoterapeuta e paziente concordano gli obiettivi del trattamento, intermedi e finali, la cui formulazione dovrà essere chiara e concreta, così da non lasciar dubbi circa il loro avvenuto raggiungimento.
Gli obiettivi intermedi possono essere costituiti da capacità e abilità necessarie o molto utili al paziente per il raggiungimento dell’obiettivo finale del trattamento; gli obiettivi intermedi e la loro verifica servono a monitorare l’andamento del percorso, e a impostare gli eventuali aggiustamenti in itinere; gli obiettivi finali costituiscono il traguardo, ed il loro raggiungimento determinerà la naturale conclusione del trattamento.
4. Psicologo, psicoterapeuta e psichiatra: chi sono, cosa fanno
Lo Psicologo è un professionista iscritto al relativo Albo Professionale, con le competenze indicate dall'art. 1 della Legge n. 56 del 1989, che ha effettuato uno specifico percorso formativo.
Per diventare psicologi occorre la laurea in psicologia (laurea quinquennale o specialistica), e superare l’Esame di Stato dopo aver fatto un anno di tirocinio formativo. Superato l’Esame di Stato, si ottiene l’abilitazione all’esercizio della professione e diventa possibile l’iscrizione all’Ordine degli Psicologi.
Lo Psicoterapeuta invece è, ai sensi dall'art. 1 della Legge n. 56 del 1989, uno Psicologo o un Medico abilitato anche a svolgere attività di psicoterapia dopo aver frequentato un'ulteriore scuola quadriennale di specializzazione.
Lo psicologo si occupa della crescita personale, dell’insegnamento di nuove abilità, del sostegno dell’individuo in momenti difficili transitori, della valutazione delle potenzialità della persona e della valutazione tramite l’applicazione di strumenti psicodiagnosticispecifici (per citare solo alcune aree).
Lo psicoterapeuta ha ricevuto una formazione specifica ad affrontare anche disturbi mentali riconosciuti e codificati. Gli psicoterapeuti si distinguono fra loro per orientamento teorico, che va a costituire e caratterizzare la loro “cassetta degli attrezzi”. Lo psicoterapeuta può prescrivere farmaci solo nel caso in cui provenga da una formazione medica (cioè, che sia anche un medico).
Lo psichiatra ha conseguito una laurea in Medicina e Chirurgia, e, successivamente una specializzazione in Psichiatria, con una formazione che è, pertanto, prevalentemente "medico-farmacologica". Quella dello psichiatra è la figura di più qualificata per seguire l’eventuale parte farmacologica di un trattamento; il dialogo e la collaborazione fra psicologo/psicoterapeuta e psichiatra fornisce al paziente la massima tutela sia dal lato psicologico che dal lato medico/farmacologico.