Depressione post partum

La depressione delle neo mamme

Può accadere che nelle settimane immediatamente successive al parto la madre sperimenti un marcato abbassamento dell’umore, che può manifestarsi con crisi di pianto, tristezza, inappetenza, perdita di sonno o ipersonnia, isolamento, perdita di interesse nelle attività piacevoli e verso il neonato.

Una visione evolutiva

Questo è un quadro clinico relativamente comune e non allarmante, soprattutto se compreso e affrontato nel modo corretto. Alcune interessanti teorie di stampo evolutivo interpretano questa sindrome come un naturale adattamento dell’organismo della donna alle nuove esigenze dettate dalla nascita del bambino. In altre parole, un lieve abbassamento dell’umore facilita la neomamma a svolgere i suoi compiti perchè le fa prediligere attività più tranquille, a stare più tempo in casa e/o a letto; tutte condizioni che favoriscono l’accudimento di un neonato di poche settimane.
Al di là delle interpretazioni evolutive (che per quanto interessanti non cambiano la realtà dei fenomeni che studiano), un quadro come quello appena descritto non si può ancora considerare preoccupante. Normalmente la flessione dell’umore della neomamma dura qualche settimana per poi tornare su livelli normali, soprattutto quando il nucleo familiare si è adattato alla nuova presenza, ha trovato i suoi ritmi e ha sviluppato le sue nuove routine.

 

Quando diventa un problema?

Tuttavia può capitare che quella che doveva essere un temporaneo abbassamento della voglia di uscire e vedere gente diventi qualcosa di più grave. Se questo accade dipende in parte da quanto la madre è incline a questo tipi di problema (i disturbi dell’umore hanno un certo grado di familiarità, cioè viene ereditata una tendenza a soffrirne) e in larga parte dalle condizioni in cui la madre sta vivendo. Com’è noto a chiunque allevare un neonato richiede un grandissimo dispendio di tempo ed energie che per una madre lasciata sola possono essere eccessivi; al contrario, un ambiente familiare supportivo e un padre attivamente coinvolto nella cura del bambino costituiscono dei fattori di protezione che fanno sentire la madre protetta e sostenuta dal proprio ambiente

 

I segnali da tenere sotto controllo

Quando l’iniziale flessione dell’umore della madre persiste e si aggrava, è il momento di attivarsi. I criteri più importanti in questo caso sono il tono generale dell’umore, la motivazione ad accudire il bambino, e la ripresa le attività quotidiane piacevoli.
Questi aggravamenti possono avvenire per molte ragioni; si va da predisposizioni individuali ad ambienti più difficili, passando anche da neonati difficili (bambini che fatavano trovare il ritmo sonno veglia e tengono svegli i genitori possono costituire un grande fattore di stress, che a sua volta rende vulnerabili ad altri tipi di problema).

 

Cosa fare?

In questi casi occorre che la madre trovi il modo e la capacità di riprender in mano la sua nuova vita, e in questo caso la figura dello psicologo psicoterapeuta può essere di grande aiuto.
Il suo lavoro consiste nello sbloccare la situazione e riavviare il circolo virtuoso attività-soddisfazione-attività (chiamata in gergo tecnico "attivazione comportamentale") che è una delle più potenti medicine contro la depressione .