Riconoscere un attacco di panico

Moltissime persone entrano nel mio studio di psicoterapia dicendo di avere avuto un attacco di panico, mentre quello che hanno sperimentato è stato solo un innalzamento passeggero del livello di ansia.

 

Le differenze tra ansia, attacco d'ansia e panico

Ansia, attacchi di ansia e panico stanno sullo stesso continuum. L'attacco di ansia è solo un momento di ansia intensa e/o improvvisa, mentre l'attacco di panico è una manifestazione ansiosa di massima intensità e limitata nel tempo, che può lasciare dietro di sè importanti conseguenze a livello psicologico (paura di spostarsi o esporsi alle situaizoni in cui si è avuto l'attacco di panico).


Quando proviamo ansia avvertiamo delle modificazioni fisiche che nel gergo comune vengono chiamati “sintomi ansiosi” (in realtà la parola sintomi è impropria perché non c’è alcuna malattia organica alla base). Avvertire queste modificazioni, in misura più o meno importante, è un’esperienza quotidiana, soprattutto quando siamo sottoposti a periodi molto stressanti o a condizioni che portano al limite le nostre capacità. Quando le sensazioni fisiche legate all'ansia sono particolarmente forti, a volte si dice di aver avuto un "attacco d'ansia".


L’attacco di panico è una manifestazione ansiosa di carattere estremo e puntuale. Estremo nel senso che i normali segni fisici dell’ansia vengono avvertiti molto più intensamente; puntuale nel senso che un attacco di panico ha un inizio e una fine definiti nel tempo, in genere dai dieci ai trenta minuti nei casi peggiori. Quindi se pensate di aver avuto un attacco di panico di quattro ore, è molto probabile che invece siete stati molto ansiosi.


Un attacco di panico è riconoscibile soprattutto per la paura incontrollabile di morire, impazzire, o perdere il controllo, i cosiddetti “sintomi cognitivi” dell’attacco di panico. Inoltre generalmente un attacco di panico ha una fine definita e riconoscibile, dopo la quale la persona che l’ha sperimentato si ritrova ad essere esausta, stanchissima.

 

L'attacco di panico nel DSM 5

Il DSM 5 (APA 2014), che è il testo che riporta quali sono i criteri per porre una diagnosi psicopatologica, elenca con molta precisione quali sono i sintomi che ricorrono durante un attacco di panico, e quanti ce ne devono essere per poter definire l’eventi in questione un vero e proprio “attacco di panico”.

"Un attacco di panico è caratterizzato da un periodo circoscritto di paura o disagio intensi, durante il quale almeno quattro dei seguenti sintomi si sono sviluppati improvvisamente ed hanno raggiunto il picco nel giro di pochi minuti":

palpitazioni, cardiopalmo o tachicardia
sudorazione
tremori fini o a grandi scosse
dispnea o sensazione di soffocamento
sensazione di asfissia
dolore o fastidio al petto
nausea o disturbi addominali
sensazioni di sbandamento, di instabilità, di testa leggera o di svenimento
derealizzazione (sensazione di irrealtà) o depersonalizzazione (essere distaccati da se stessi)
paura di perdere il controllo o di impazzire
paura di morire
parestesie (sensazioni di torpore o di formicolio)
brividi o vampate di calore

DSM: uno strumento per gli addetti ai lavori

Attenzione. Quelli che avete appena letto sono solo i criteri per stabilire se qualcuno ha avuto un attacco di panico. Ma dire che qualcuno soffre effettivamente di un disturbo di panico è altra questione, perché è del tutto possibile che una persona sperimenti un attacco di panico senza avere altre conseguenze.

Non giocate con le etichette diagnostiche. Per porre una effettiva diagnosi di disturbo di panico serve un professionista come lo psicologo psicoterapeuta che possa esaminare la persona nel suo complesso ed escludere tutta una serie di fattori che potrebbero spingere a un errato inquadramento diagnostico.

Sperimentare l’ansia anche intensa è molto comune, quasi quotidiano.
Sperimentare un attacco di panico è molto meno frequente ma nemmeno così raro come ci si potrebbe aspettare (il DSM V riporta una prevalenza dell’attacco panico dello 11,2% per la popolazione americana).

 

Ansia e panico: quando è meglio contattare uno psicologo psicoterapeuta

È del tutto possibile sperimentare un attacco di panico e riprendere la propria vita normalmente, senza dover soffrire di nessuna conseguenza. 
Ma l’esperienza del panico è tale da poter convincere la persona che lo ha sperimentato a modificare le proprie abitudini ed evitare luoghi e/o situazioni.

Se le cose stanno prendendo questa piega, se la vostra vita sta peggiorando perché state evitando sistematicamente qualcosa, allora è il caso di rivolgersi a un professionista che possa aiutarvi a uscire presto e bene dal problema.

 

 

 

Bibliografia

American Psychiatric Association. (2014). Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, quinta edizione, DSM-5. Raffaello Cortina Editore.

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