Trauma: che cos’è

La funzione dell'ansia

Una delle funzioni più importanti del nostro cervello è quella di metterci in guardia dai pericoli e salvarci la vita in ogni situazione.

L’ansia ha precisamente questa funzione: l’organismo aumenta l’apporto di energia a cuore e muscoli, i pensieri e il respiro accelerano, il tutto allo scopo di darci la possibilità di reagire con più forza e velocità a una minaccia incombente.

Poi, quando il pericolo è stato affrontato e superato, la persona comincia a sentirsi subito meglio (a parte forse un po’ di spossatezza).

Il trauma

Ma quando la minaccia che subiamo è estrema, può capitare che la persona veda la propria risposta di allarme proseguire anche a pericolo finito.

In questo caso la persona colpita comincia a manifestare ansia e aumentata attivazione autonomica (agitazione, scarsa capacità di rilassarsi) ed ha risposte estreme ed eccessive ogni volta che entra in contatto con qualcosa che gli ricorda l’evento minaccioso, che viene quindi definito traumatico.

Eventi che hanno queste conseguenze possono essere incidenti stradali, rapine, episodi di violenza, disastri naturali, o anche diagnosi infauste per sé o per i propri cari.

Il termine diagnostico per questo tipo di situazione è Disturbo da Stress Post Traumatico, altresì conosciuto con l’acronimo inglese PTSD (Post Traumatic Stress Disorder).

Il Disturbo da Stress Post Traumatico nel DSM 5 (APA 2014)

Il DSM V descrive le tre principali manifestazioni del PTSD:

L’evento traumatico viene continuamente rivissuto
La persona rivive l’esperienza traumatica attraverso flashback, incubi, pensieri intrusivi, e disagio emotivo a fronte di stimoli interni o esterni che in qualche modo gli richiamano l’esperienza traumatica. Gli stimoli associati al trauma spesso inducono una nuova esperienza del trauma.

Gli stimoli legati al trauma vengono evitati
La persona può investire molto tempo ed energie pur di non entrare in contatto con situazioni che le ricordano l’evento traumatico e prevenire il conseguente disagio emotivo. 

L’attivazione autonomica è cronicamente elevata
Possono quindi manifestarsi disturbi del sonno, immotivati scatti improvvisi, sfoghi di rabbia, ipervigilanza, difficoltà di concentrazione.

Tale sindrome è arrivata all’attenzione degli psichiatri attorno agli anni ’60 (ma si hanno notizie di tale disturbo fin da resoconti della prima guerra mondiale), quando vedevano i reduci della guerra del Vietnam soffrire di incubi, flashback, stati di coscienza confusionali o alterati, ed evitamento di situazioni legate al trauma subìto.

Il percorso di psicoterapia per il PTSD ha come obiettivo quello di ripristinare la qualità della vita attraverso un lavoro di esposizione graduale e un addestramento alla gestione delle emozioni e dei pensieri o delle immagini legati all’evento traumatico.

 

Bibliografia

American Psychiatric Association. (2014). Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, quinta edizione, DSM-5. Raffaello Cortina Editore.

Argomenti Correlati