Dipendenza da internet

Ci sono innumerevoli buone ragioni per utilizzare la rete: internet e l’universo che contiene ci ha aperto enormi possibilità di natura professionale, commerciale, sociale e ludica. Ma insieme alle nuove opportunità si presentano anche nuovi problemi: l’utilizzo di ogni strumento ha necessari limiti e precauzioni, e internet non fa eccezione.

 

La dipendenza da internet è una vera e propria malattia?

Per parlare di “dipendenza da internet” dobbiamo innanzi tutto sottolineare che non si tratta di una malattia in senso organico, ma di abitudini comportamentali che sono state apprese e vengono mantenute da specifiche condizioni ambientali e psicologiche che persona interessata sta vivendo. Per questa ragione, allo scopo di risolvere il problema è necessario svolgere un’approfondita analisi delle suddette condizioni.

Quando correre ai ripari

Quando è che si può parlare di vera e propria “dipendenza”? Dove sta la linea oltre la quale bisogna cominciare a preoccuparsi e prendere provvedimenti?

Il campanello di allarme è sempre la qualità della vita della persona. Cioè, la prima cosa che dobbiamo chiederci è se la quantità e la qualità tempo che la persona trascorre on-line, o la necessità di avere sempre una connessione a disposizione, sta ostacolando o peggiorando una o più importanti aree della sua vita.

Mantenere e coltivare relazioni concrete e significative, mangiare e dormire in modi e quantità adeguati, assolvere ai propri doveri professionali o scolastici, guidare l’automobile senza inutili rischi prestando attenzione al traffico e non alle notifiche dei nuovi messaggi, sono alcuni esempi di queste aree da salvaguardare.

Come si presenta il problema?

A livello soggettivo la dipendenza da internet prende tante forme quante sono le possibilità che offre la rete: una persona sta molte ore al computer per trovare le migliori occasioni e fare shopping; un’altra trascorre lo stesso tempo col suo smartphone a seguire canali video o a vagare sui social.

Un’altra ancora rimane alla consolle sconfiggendo mostri e conquistando tesori insieme ai suoi compagni di squadra che in realtà vivono ai quattro angoli del mondo; un’altra gioca poker con persone dall’altra parte del continente e in pochi giorni perde più soldi di quanti ne riesca a guadagnare in un mese; un’altra mentre è in ufficio si prende troppe “pause” guardando filmati pornografici, attirando l’attenzione dei suoi superiori.

Nonostante le grandi differenze “di superficie”, tutte le forme di dipendenza (e la dipendenza da internet non fa eccezione) si organizzano attorno a quella che a livello soggettivo viene percepita come una necessità impellente (craving).

Se privati di una connessione internet per un tempo sufficiente, tutte le persone degli esempi precedenti cominceranno a ricercarla attivamente anche cambiando le priorità della giornata, avvertendo un sempre più crescente senso di urgenza. La ritrovata connessione e la conseguente possibilità di riprendere la propria attività on-line preferita genererà una vera e propria sensazione di piacere, che tuttavia avrà come effetto secondario quello di rinforzare (cioè renderà più frequente) il comportamento problematico.

Dal punto di vista strettamente psicologico, la dipendenza da internet non è diversa da altre forme di dipendenza: si tratta sempre di dover modificare un comportamento (che può essere giocare a poker su internet, fumare, abbuffarsi di cibo, ecc.) che ha immediate conseguenze rinforzanti ma che a lungo andare danneggia la persona. 
L’attività in questione può non essere piacevole di per sé, ma può “pagare” perché costituisce una via di fuga rispetto a questioni che la persona tende a procrastinare o a evitare del tutto (ad esempio, il ragazzo che vaga senza meta nella rete pur di non mettersi a studiare).

Cosa fare se vi accorgete di avere un problema di dipendenza da internet

Se vi accorgete di essere scivolati un un loop di dipendenza da internet (di qualunque genere esso sia), la prima cosa da fare è spegnere qualunque senso di vergogna o di colpa. Non siete deboli, né stupidi. Attorno a quelle stesse attività in cui voi perdete troppo tempo e/o denaro ci sono interessi enormi, e per questo ci sono interi team di professionisti che lavorano ogni giorno per farci apparire quei contenuti sempre più interessanti e appaganti. Quindi niente di strano se ci si scivola dentro, ciascuno a modo suo. Il vero della questione punto è capire di dover cambiare qualcosa delle proprie abitudini.

La seconda cosa da fare è cominciare a fare dei cambiamenti, anche piccoli, ma tutti orientati alla riconquista del controllo della vostra vita. Decidete prima come e quando connettervi, anche usando semplici stratagemmi come consegnare il telefono (ad esempio) ad un’altra persona, o limitando il traffico dati; esistono anche app che vi premiano per il tempo consecutivo in cui non consultate il telefono. Ricordatevi che non è mai una questione di volontà (concetto questo molto “scivoloso”, ambiguo) ma è una questione di individuare quali sono le condizioni più favorevoli al vostro cambiamento.

Un altro passo fondamentale è costruirsi altri interessi che possano comunque dare ampie soddisfazioni personali: praticare sport, iscriversi a dei corsi, uscire e vedere persone, fare piccoli viaggi. Il fatto che vogliate liberarvi di una dipendenza non significa che avete perso il diritto a ricavare soddisfazione e piacere dalla vostra vita… al contrario. É proprio ciò che trovate di piacevole e soddisfacente al di fuori della vostra dipendenza che meglio potrà aiutarvi a restarne lontano.

Chiedere una mano esperta

Se vedete che non ce la fate da soli, chiedete aiuto. Fatevi coinvolgere da amici e persone che amate. E se anche così non funziona, o se non avete nessuno in grado di darvi una mano in modo efficace, ricordatevi che lo psicologo psicoterapeuta è la figura che meglio di tutti può aiutarvi a fare la differenza, perché egli è principalmente un esperto del cambiamento. Insieme a lui, si scoprono i meccanismi per i quali si è scivolati nella dipendenza e soprattutto si costruiscono le abilità per uscirne.

Un ultimo consiglio. Non aspettate a chiedere aiuto, se vedete che da soli non riuscite a venirne fuori. La vostra vita, il vostro tempo, hanno un valore. 

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