Evoluzione e nutrizione

Alcuni comportamenti umani hanno radici molti antiche, e quello alimentare è uno di questi. Per la stragrande maggioranza della sua storia, l’essere umano è stato solo un cacciatore raccoglitore che ha combattutto contro la morte per inedia, e per questo il nostro organismo si è evoluto adattandosi alla costante pressione della carenza alimentare.

 

Un antico meccanismo

Questo ha profonde conseguenze su alcuni comportamenti “automatici” che mettiamo in atto quotidianamente e che possono essere alla base di alcuni problemi legati all’alimentazione. L’evoluzione ci ha “insegnato” a preferire i cibi più grassi (pensate a cibi conditi con olio, burro, oppure ai salumi), poiché sono quelli che a parità di peso apportano il maggior numero di calorie. Oppure, se cambiamo area gustativa (passiamo dal salato al dolce, o dalla carne alla verdura o alla frutta) anche se eravamo sazi, scopriamo che in realtà “un angolino” lo troviamo sempre: questa si chiama “sazietà senso specifica” e si è sviluppata per dare maggiori opportunità di avere l’apporto di tutti i principi nutritivi.

Inoltre, il nostro corpo in caso di carenze alimentari ha a disposizione moltissimi meccanismi biologici in grado di garantirne la sopravvivenza per molto tempo: accede alle riserve di grasso, abbassa il livello del metabolismo, arrivando persino ad abbassare la temperatura corporea ed a liberare endorfine per non sentire fatica (questo è quello che succede alle persone che soffrono di forme gravi di anoressia).

Tuttavia dai tempi dell'umoo delle caverne i tempi sono cambiati. Nell’ultima parte della storia dell’uomo, quella in cui viviamo oggi, si è verificata una condizione assolutamente nuova, per la quale il nostro organismo non è preparato: la grande disponibilità di cibo. Adesso la maggior parte dei problemi legati all'alimentazione sono problemi di eccesso.

 

I problemi dell'eccesso

I meccanismi evolutivi che ci sono serviti a garantire vita e sopravvivenza possono ora diventare la causa di gravi malattie e disturbi legati al comportamento alimentare, spingendoci a mangiare molto più del necessario. Il nostro corpo immagazzina riserve di grasso in previsione di una carestia che non arriverà mai. Continuiamo a scegliere i cibi grassi perché sono più buoni, e troviamo sempre spazio per il dolce alla fine di un pasto già troppo abbondante. Così veniamo colpiti da diabete e ipertensione, le nostre arterie si ostruiscono a causa del colesterolo. L’eccesso di cibo è dannoso, ma svolge la sua azione lentamente e silenziosamente, col rischio di accorgerci del problema quando è troppo tardi.

Proprio per la presenza di tutti questi “meccanismi automatici”, per correggere il comportamento alimentare orientato all’eccesso è necessario innanzi tutto rallentare, e trasformare un’abitudine in una scelta. Il nostro organismo spingerà sempre verso l’eccesso. Noi invece possiamo sempre scegliere di andare in direzione di quello che ci importa di più: consapevolezza, salute, e vita sana.

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